Dopo 10 mesi passati tra ospedale, visite mediche extra anche in altre regioni, controlli da parte degli assistenti sociali e 5 incontri in tribunale, dopo aver richiesto l'intervento di una commissione bioetica Toscana di fatto inesistente, dopo aver coinvolto un "difensore civico" e dopo aver sollevato una serie di quesiti scomodi, i nostri medici hanno fatto un passo indietro.
Hanno
giustificato il loro comportamento dicendo che la fiducia
era ormai venuta a mancare e che più passava il tempo e più non
avrebbero saputo come trattare Sofia e che garanzie dare.
L'intera sanità Toscana ci voleva scaricare consigliandoci di andare
in un'altra regione pur tenendosi a disposizione per
eventuali controlli.
Il
giudice ha poi riconvocato i medici che hanno così proposto di
consultarsi per decidere il da farsi con gli stessi esperti con cui si
erano sentiti per la sospensione della terapia a Sofia.
Alla fine ognuno dei medici interpellati ha fatto una sua
relazione sul caso decidendo che, visto il tempo trascorso e la
nostra ferrea volontà a non voler proseguire con la terapia, avrebbero
avvallato la nostra richiesta: non procedere se non strettamente
necessario.
Sono ormai 15 mesi che la bimba non fa più chemioterapia e altrettanti che abbiamo cambiato il nostro stile di vita; effettuiamo controlli ematici mensili e Sofia sta benissimo.
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